È stato eseguito al Policlinico universitario, grazie all’intensa attività di ricerca svolta in questi anni in questo settore, il primo intervento in Europa di riparazione di aneurisma toracoaddominale con tecnica endovascolare ibrida
Il paziente, un 72enne proveniente da Roma, era stato ricoverato nelle scorse settimane per un aneurisma dell’aorta addominale pararenale. Un caso particolarmente complesso, reso ancor più delicato dal fatto che l’uomo aveva già subito un trapianto di fegato cinque anni fa. L’equipe dell’U.O.C. di Chirurgia Vascolare del Policlinico “Gaetano Martino”, diretta dal prof. Filippo Benedetto, ha effettuato il complicato intervento mediante un approccio ibrido con endoprotesi fenestrata, non essendo il soggetto operabile con chirurgia tradizionale aperta.
Il paziente, con anatomia aortica particolarmente complessa, che non consentiva il trattamento endovascolare con tecnica standard, è stato considerato ad alto rischio soprattutto a causa del trapianto di fegato cui era stato sottoposto in precedenza. La tecnica chirurgica tradizionale prevede che l’aneurisma dell’aorta sia trattato con chirurgia aperta tramite temporanea interruzione del flusso sanguigno e sostituzione del tratto di aorta interessato. La tecnica endovascolare utilizzata, invece, prevede che l’aorta sia riparata dall’interno, accedendo dalle arterie femorali e posizionando una endoprotesi nel tratto interessato.
In questo caso, inoltre, è stato anche necessario ricorrere ad una endoprotesi su misura “fenestrata”, cioè con delle aperture al livello delle arterie renali, disegnate sull’anatomia specifica del paziente. Inoltre, a rendere il caso particolarmente complesso, ha contribuito la presenza di arterie di accesso di calibro particolarmente ridotto. È stato quindi necessario utilizzare endoprotesi particolari, compreso una componente protesica specificamente disegnata per la biforcazione aortica di calibro ridotto.
La combinazione delle tecniche chirurgiche di precisione in questione – come detto – è stata applicata a Messina per la prima volta in Europa. Trattandosi di un paziente trapiantato, particolarmente importante è risultato anche il contributo dell’equipe della U.O.C. di Anestesia e Rianimazione, diretta dal prof. Antonio David, che è stato determinante per la riuscita dell’intervento, nonché per il buon esito del decorso post-operatorio. Il paziente adesso sta bene ed è tornato alla sua vita quotidiana.
“Il successo di interventi di questa portata - ha dichiarato il direttore dell’U.O.C di Chirurgia Vascolare, prof. Filippo Benedetto - dipende dalla preparazione dei professionisti in campo, ma anche dalle condizioni favorite dall’Università di Messina, in tutte le sue componenti”.
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