venerdì 11 luglio 2014

Un “sensore” sottopelle registra aritmie silenziose e aiuta a prevenire molti casi di ictus



Ricercatori dell’Università Cattolica – Policlinico A. Gemelli di Roma insieme a colleghi del Policlinico Universitario Campus Bio-Medico di Roma e a 55 centri in Europa, Canada e Usa hanno ideato un modo di prevenire molti casi di ictus o soprattutto le
loro recidive: si tratta di un “sensore” che messo sotto la cute registra aritmie “invisibili” ai metodi diagnostici tradizionali e asintomatiche quindi più subdole perché non riconosciute.

 Non pochi casi di ictus – casi apparentemente senza una causa – sono collegabili a queste aritmie dette “parossistiche” perché si risolvono spontaneamente e sono senza sintomi. Grazie all’apparecchio, registrando questo tipo di vizio del battito in tempo reale quando si verifica, il medico può procedere tempestivamente a una terapia preventiva anti-ictus e scongiurare il peggio.

Pubblicato sulla prestigiosa rivista “New England Journal of Medicine”, lo studio -CRYSTAL AF (CRYptogenic STroke And underLying Atrial Fibrillation) - rappresenta la più grossa sperimentazione clinica a livello globale su questo fronte ed è stato condotto dal professor Tommaso Sanna, Cardiologo presso il Dipartimento di Scienze Cardiovascolari del Policlinico A. Gemelli diretto dal professor Filippo Crea, in collaborazione con il Profesor Vincenzo Di Lazzaro, attualmente responsabile dell'Unità Operativa Complessa di Neurologia presso il Policlinico Universitario Campus Bio-Medico di Roma.

Il protagonista di questo successo della ricerca multicentrica è un sistema diagnostico già in uso in tutto il mondo per altre tipologie di pazienti: si tratta di un microdispositivo, più piccolo di una 'penna' USB, per la registrazione continua dell'attività cardiaca, impiantato sottocute in anestesia locale. 

Il minuscolo sistema di monitoraggio può essere 'interrogato' direttamente dal paziente, attraverso un telecomando dotato di una spia rossa. L'accensione della spia segnala che è in corso un'aritmia cardiaca. Il soggetto può così recarsi tempestivamente presso un centro ospedaliero per ulteriori accertamenti. L'apparecchio è in grado anche di trasmettere l'elettrocardiogramma del paziente per via telefonica allo specialista. Quest'ultimo, se confermata la diagnosi di aritmia, ha in mano gli elementi per intervenire con una terapia preventiva adeguata.
FONTE://www.policlinicogemelli.it/





Nessun commento:

Posta un commento