Ricercatori della facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università Cattolica, servendosi della colonscopia, hanno guarito pazienti con una grave forma di diarrea batterica
(da Clostridium difficile) altrimenti incurabile, trapiantando nel loro intestino la flora intestinale di donatori sani in una sperimentazione clinica senza precedenti al mondo.
I risultati dello studio clinico sono stati appena pubblicati sulla rivista Alimentary Pharmacology and Therapeutics.
Il trial concluso al Policlinico A. Gemelli, condotto dal gastroenterologo Giovanni Cammarota in collaborazione con Luca Masucci, dell’Istituto di Microbiologia diretto dal professor Maurizio Sanguinetti, è il primo randomizzato effettuato al mondo usando la colonscopia come mezzo per infondere il microbiota nel ricevente, che dimostra chiaramente la superiorità della metodica rispetto al trattamento antibiotico standard con antibiotico (vancomicina).
A oggi, l’Unità operativa di Gastroenterologia del Policlinico Gemelli di Roma, diretta dal professor Antonio Gasbarrini, è l’unica in Italia a offrire il trapianto di microbiota intestinale quale opzione terapeutica per pazienti con infezione recidivante da Clostridium difficile.«Questo trial - sostiene il professor Gasbarrini - contribuirà a diffondere la metodica del trapianto di microbiota in altri centri».
La via di somministrazione può dipendere dalle disponibilità e dalle competenze delle strutture sanitarie locali e può prevedere l’uso di sondini naso-gastro-digiunali, clisteri, colonscopia. Quest’ultima ha una maggiore efficacia sul piano terapeutico (oltre il 90% di guarigioni), in quanto permette di posizionare la microflora donata direttamente nella sede dell’infezione, ed è maggiormente accettata dai pazienti rispetto al sondino. La procedura è poco costosa e sufficientemente sicura.
È guarito il 90% dei pazienti cui è stata trapiantata, usando la colonscopia, la flora intestinale di donatori sani contro il 26% dei pazienti trattati unicamente con antibiotico.
«È auspicabile che, alla luce di questi risultati, altri centri in Italia possano nel breve periodo disporre della stessa potenzialità terapeutica per contrastare questa pericolosa forma di diarrea infettiva», concludono i professori Cammarota e Gasbarrini.
Fonte://www.cattolicanews.it/
Nessun commento:
Posta un commento