SALUTE IN CUCINA

Ricetta di Marco Bianchi 
RICOTTA AI LAMPONI E MIRTILLI 

Ingredienti: 

· 300 g di ricotta 
· 100 g di mirtilli 
· 100 g di lamponi 
 100 g di mandorle a scaglie 
  2 cucchiai di malto d’orzo 




Come si prepara? 
Setacciate la ricotta e con una spatola raccogliete la crema ottenuta in una ciotola. Aggiungete i 2 cucchiai di malto d’orzo, incorporandoli delicatamente. Preparate 4 coppette e disponetevi sul fondo i mirtilli, poi la crema e infine i lamponi e le mandorle a scaglie. Se non gradite le mandorle, provate con le nocciole tritate o un mix di nocciole e pistacchi. 

Perché fa bene? 

Mirtilli, more, ribes e fragole sono piccoli per dimensioni, ma grandi alleati per la salute, il benessere e la bellezza. Oltre a contenere minerali e vitamine di vario genere sono un concentrato di polifenoli, sostanze naturali capaci di proteggere dall’attacco dei radicali liberi, che, lo ricordiamo, sono le molecole di « scarto » ritenute le principali responsabili dell’invecchiamento precoce delle cellule. Inoltre anche grazie all’elevata quantita` di fibra detta « insolubile » sono un ottimo rimedio per stati di stitichezza cronica e occasionale in quanto stimolatori sulla peristalsi intestinale. Ultime ricerche dimostrano che questi frutti, insieme alla melagrana, contengono, tra le svariate sostanze benefiche, una in particolare: l’acido ellagico, un composto fenolico dotato di spiccata attivita` antitumorale e antiossidante. Sembra che quest’acido inibisca lo sviluppo di tumori bloccando gli agenti cancerogeni e riducendone l’assorbimento. 

Tutti questi frutti hanno la caratteristica di essere ricchi di zuccheri semplici e acidi organici (citrico, tartarico, malico, ossalico), che conferiscono loro il sapore acidulo e qualita` nutrizionali importanti. 

La fragola, l’aspirina rossa con il cappello verde, e` infatti ricca di acido salicilico (è la molecola dell'aspirina, quindi gli allergici stiano attenti!) e contiene vitamina C (ben 54 mg per 100 g di prodotto, praticamente la dose di vitamina C per una giornata, e` racchiusa in un pugno di dolci e rosse fragole!), potassio, calcio, acidi malico, citrico, tartarico, ascorbico ed ellagico. La vitamina C, giova ripeterlo, ha innumerevoli funzioni nell’organismo: ci protegge dai radicali liberi, previene malattie cardiovascolari, aiuta la cicatrizzazione delle ferite, migliora la risposta dell’organismo in caso di raffreddori stagionali e fortifica le difese immunitarie, abbassa inoltre il colesterolo e facilita l’assorbimento del ferro. 

Il lampone, definito anche fragola pelosa o mora di montagna, e` il frutto di un arbusto spontaneo nei boschi montani dell’Europa e dell’Asia temperata, cresce e resiste senza grossi problemi fino a 1500 metri. E’ un frutto ricco di tannini (antiossidanti e astringenti che riducono l’assorbimento delle proteine e degli zuccheri), di flavoni (antiossidanti, ipotensivi e anticoagulanti) e di vitamine A, C, calcio, ferro, fosforo, fenoli. Tra gli acidi organici, come per le fragole, ecco il malico, l’acetico, il succinico, il salicilico. 

I mirtilli si possono rinvenire facilmente sulle Alpi e sugli Appennini. Gia` in epoca rinascimentale il frutto era utilizzato per le sue qualita` medicinali, grazie a sostanze quali gli antocianosidi (delfinidina, malvidina, petunidina e cianina) che, agendo in sinergia con la vitamina C, sono attivi nella protezione del sistema vascolare perche´ benefici per la circolazione sanguigna e per la fragilita` capillare. Il mirtillo e` ricco, inoltre, di vitamina A, zuccheri, tannino, pectine, acidi organici (citrico, malico, ossalico, tartarico, benzoico e chinico), sali minerali. 

I ribes rossi, tanto aspri, ma tanto utili: li avete mai provati in una comune insalata con pomodori, lattughino e cetrioli? Conferiscono un sapore davvero interessante, specie se combinati con dei cubetti di feta o formaggio stagionato a pasta dura. Le piccole bacche contengono zuccheri quali destrosio e levulosio, vitamine A e C, acidi organici tra cui spiccano il citrico, il malico, il glicolico e il tartarico e ancora minerali tra cui fosforo, calcio, potassio, ferro. Sono anch’essi ricchi di antociani, di potassio (370 mg per 100 g di bacche rosse) e di vitamina C (acido ascorbico): ne ritroviamo 200 mg per 100 g di bacche rosse. Basterebbero dunque quasi 40 g di bacche rosse per colmare il fabbisogno quotidiano di acido ascorbico. 

La mora, ahime`, non e` ricca di vitamine e minerali: spiccano soltanto il potassio e il fosforo, rispettivamente nella quantita` di 260 mg e 48 mg, sempre per 100 g di prodotto edibile. Ma e` sicuramente vincente per la quantita` di ellagitannini presenti: da un minimo di 900 mg fino a un massimo di quasi 4 g per chilogrammo. Cosa sono gli ellagitannini? Sono delle molecole complesse che possono liberare elevate quantita` di acido ellagico, una sostanza studiata nei laboratori di ricerca per le sue molteplici proprieta` protettive. E` un potente antiossidante polifenolico. Gli elagitannini sono contenuti in un numero limitato di alimenti, tra cui per l’appunto la mora, il lampone, la noce, il ribes, la fragola e la melagrana. Interessanti notizie a riguardo si trovano sul sito dell’ American Cancer Society 

I contenuti di queste pagine sono in parte presi dai libri “I Magnifici 20” e “Le ricette dei Magnifici 20” di Marco Bianchi, editi da Ponte alle Grazie (collana Il lettore goloso di Allan Bay). 


Fonte: fondazioneveronesi





Succo di barbabietola,il drink anti-ipertensione






Con un bicchiere al giorno pressione giù di 10 punti 

Rosso come il sangue e benefico per la pressione. Se la colonnina del mercurio va troppo su, un aiuto potrebbe arrivare dal succo di barbabietola. Bevendone 250 mg al giorno la pressione arteriosa scende di circa 10 punti. È quanto hanno dimostrato i ricercatori della The Barts and The London Medical School in uno studio pubblicato suHypertension, rivista dell'American Heart Association. 

La ricerca guidata da Amrita Ahluwalia e condotta su un piccolo campione ha permesso di stabilire i vantaggi di una centrifuga dell'ortaggio sulla pressione sanguigna. Il merito sembra essere nella presenza di nitrato, composto che si trova in concentrazioni piuttosto elevate nel tubero, circa 0,2 g per ogni bicchiere di estratto testato. Il nitrato una volta nel sangue si trasforma in nitrito, sostanza che favorisce la vasodilatazione e quindi la circolazione del sangue. Nello studio, i pazienti hanno visto scendere in media di 10 millimetri di mercurio (mmHg) la pressione massima e minima. “Questo studio dimostra che i soggetti più a rischio di malattie cardiache e ictus – afferma Amrita Ahluwalia -, causate dalla pressione alta, possono beneficiare del consumo di barbabietola”. Il nitrato si trova anche in livelli elevati nei vegetali a foglia verde, anche se risulta difficile mangiarne la quantità necessaria per avere gli stessi benefici, commentano i ricercatori. Che sperano invece di mettere a punto un drink anti-ipertensione: “Potrebbe essere un approccio a uno stile di vita facilmente utilizzabile per migliorare la salute cardiovascolare”, conclude Ahluwalia. 
di co.col. (17/04/2013) 
Fonte: salute24


Il carciofo ti rimette a nuovo


Ricco di proprietà benefiche, questo ortaggio è particolarmente utile durante tutto il mese di febbraio per smaltire le scorie e le tossine presenti nel sangueNoti da secoli nelle medicine tradizionali orientali e occidentali per le loro proprietà depurative, i carciofi(Cynara scolymus) sono l’ortaggio principe del mese di febbraio: in questo periodo di transizione stagionale l’organismo ha bisogno di essere alleggerito dalle tossine che ne appesantiscono le funzioni metaboliche per “ricaricarsi” adeguatamente in vista della primavera. Niente di meglio dunque dei carciofi per stimolare la funzione dei reni, gli organi responsabili dello smaltimento delle tossine che, per la medicina cinese, sono anche sede della forza e dell’energia vitale.

Crudo, protegge il fegato e riduce i livelli di colesterolo

Oltre che sui reni, il carciofo agisce come depurativo dei tessuti epatici: il merito è della cinarina, un principio attivo che stimola la secrezione della bile. Inoltre il carciofopurifica il sangue abbassando i livelli di colesterolo “cattivo” e svolgendo una profonda azione disintossicante sul plasma. Per sfruttarne al meglio le virtù, il carciofo andrebbe gustato fresco affettato in insalata con olio e un po’ di succo di limone: il limone evita che l’ortaggio si ossidi e fa agire al meglio il biocomplesso contenuto nel carciofo. Chi invece lo gusta lessato, non getti via l’acqua di cottura: per tutto febbraio si beve un paio di volte la settimana, lontano dai pasti, per combattere la debolezza tipica della transizione dall’inverno alla primavera.

Si usa anche come tintura o in tisana

Ricco di calcio, magnesio, potassio, fibre e vitamine, il carciofo è uno dei più efficaci “spazzini” del nostro organismo, proprio perché va a stimolare contemporaneamente le funzioni renali, epatiche e intestinali. Detto che si gusta al meglio come ortaggio crudo ma anche (ad esempio per chi non ne gradisce il sapore) come preparazione erboristica, sotto forma di tisana o tintura madre: per la tisana, basta un cucchiano di foglie secche sminuzzate e messe in infusione per 10 minuti in una tazza d’acqua; della tintura madre si assumono 30 gocce al giorno, diluite in un po’ d’acqua, preferibilmente lontano dai pasti. La cura a base di carciofo dovrà proseguire per almeno un mese.
Fonte:faidateconsigli.it


Via i grassi con il fico d’India


Grazie alle sue fibre vegetali questo frutto riduce l’assimilazione dei lipidi e degli zuccheri il cui eccesso causa soprappeso 


Il fico d’India è una pianta nativa del Messico che appartiene al genere Opuntia, diffusa attualmente nel bacino mediterraneo, e in particolare in Sicilia. Il succo che si estrae dai suoi frutti possiede proprietà lassative e diuretiche, mentre le foglie, oltre a contenere fibre solubili e insolubili, sono ricche di minerali, vitamine e antiossidanti. Le fibre del fico d’India favoriscono il senso di sazietà consentendo così di evitare di sgranocchiare fuori pasto; inoltre, sono utili per assimilare meno grassi e zuccheri, controllando la glicemia nel sangue e il sovrappeso, e per favorire il transito intestinale. Il fico d’India contiene anche niacina (vitamina B3) che rallenta la trasformazione degli zuccheri ingeriti in glicogeno e quindi in grasso che si deposita nei famosi punti critici: pancia, fianchi e glutei. 



I suoi frutti ti disintossicano 

I frutti freschi, oltre a contenere fibre snellenti, sono ricchi di vitamina C, potassio e magnesio. Consumati regolarmente, facilitano la diuresi e favoriscono l’eliminazione dei calcoli renali; in più, contribuiscono a ridurre il colesterolo “cattivo”, 


Come utilizzarlo per dimagrire 

Perché ti fa bene 

Il fico d’India contiene le fibre solubili e insolubili che servono a controllare l’appetito, ridurre l’assimilazione di grassi e zuccheri e contrastare la stitichezza. Inoltre, consente di eliminare più facilmente il grasso addominale e i liquidi in eccesso. 

Il momento migliore 

Assunto mezz’ora prima dei pasti controlla l’appetito e permette di assimilare meno zuccheri e grassi. Inoltre, consente di evitare i picchi glicemici dopo i pasti causa di una per-produzione di insulina che comporta un maggior accumulo di adipe. 

Le giuste quantità 

Puoi assumere il fico d’India in capsule o compresse (2 compresse o capsule prima di pranzo e cena). In commercio trovi anche lo sciroppo o succo.

Il succo per vincere ritenzione, cellulite e sovrappeso 

Ricco di sali minerali e antiossidanti, il succo concentrato di fico d’India favorisce la produzione di sostanze antinfiammatorie che stimolano la diuresi e contrastano la ritenzione e la cellulite. È inoltre una fonte preziosa di opuntiamannano (mucillagini), al quale si deve la capacità di legare i grassi e gli zuccheri ingeriti, rendendoli così meno assimilabili per l’organismo, che li elimina senza trasformarli in adipe. Per usufruire delle sue proprietà, sciogline 10 ml in una bottiglietta d’acqua da 500 ml da bere a sorsi durante la giornata, lontano dai pasti, per almeno un mese. 
Fonte: riza.it


LUOGHI COMUNI IN CUCINA - Ecco perché l’uovo non fa sballare il colesterolo...   
        
Tempo di riscatto per le uova, anche se rimangono ancora alcuni luoghi comuni da evitare perché queste tornino essere protagoniste sulle tavole degli italiani.

Sfatiamoli insieme:

• aumentano il tasso di colesterolo: questo è presente solo nel tuorlo, che ne contiene circa 185 milligrammi, una concentrazione non allarmante se si pensa che una dose prudente è fissata in 300 milligrammi al giorno. E non dimentichiamo che questa sostanza è un ingrediente necessario per importanti ormoni, tra cui quelli sessuali e il cortisolo;

• sono difficili da digerire: in realtà due uova crude o alla coque lasciano lo stomaco in circa due ore, contro le tre ore necessarie per una porzione di carne. La digeribilità dipende dalla preparazione: è bene non cuocere le uova troppo a lungo ed evitare l’impiego eccessivo di grassi;

• fanno male al fegato: le uova non sono nocive per la funzionalità epatica. Anche in questo caso sono i grassi aggiunti per la cottura ad appesantire e rallentare il lavoro del fegato;

• contengono grassi dannosi: è vero che i grassi contenuti nelle uova sono di origine animale, ma si tratta per lo più di monoinsaturi e polinsaturi, quindi benèfi ci per l’organismo. 
Fonte: ilritrattodellasalute.org

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