giovedì 6 febbraio 2014

Testata con successo in Italia la prima mano bionica indossabile, che "sente" gli oggetti





La protesi, impiantata dai neurochirurghi del Gemelli e sperimentata con un paziente danese amputato di mano sinistra, è stata in grado di trasmettere sensazioni tattili al suo cervello e gli ha permesso di manipolare oggetti con la giusta forza.

LifeHand2 è il seguito dell’omonimo progetto di ricerca che
cinque anni fa portò alla prima protesi capace di rispondere agli impulsi cerebrali. Responsabile della
sperimentazione il prof. Paolo Maria Rossini. 

Una mano artificiale innestata sul braccio amputato, capace di muoversi non solo rispondendo direttamente agli impulsi del cervello, ma anche in grado di trasmettere sensazioni tattili, facendo “sentire” forme e consistenza degli oggetti impugnati.

La sperimentazione che ha reso possibile questo nuovo passo verso l’impianto definitivo di mani bioniche si chiama LifeHand2 ed è frutto di un progetto internazionale che vede l’Italia in prima linea. 

Ci hanno lavorato medici e bioingegneri dell’Università Cattolica–Policlinico Agostino Gemelli di Roma, dell’Università Campus Bio-Medico di Roma, della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa e dell’IRCSS San Raffaele di Roma. Fanno parte del gruppo di ricerca anche due Centri oltreconfine: l’Ecole Polytechnique Federale di Losanna e l’Istituto IMTEK dell’Università di Friburgo.

I risultati dello studio, pubblicati sul nuovo numero dalla rivista Science Translational Medicine in uscita il 5 febbraio 2014, documentano la straordinarietà del risultato ottenuto. Tra gli autori dello studio anche l’attuale Ministro dell’Università e della Ricerca, Professoressa Maria Chiara Carrozza. 

Fonte:https://www.policlinicogemelli.it/

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