mercoledì 6 novembre 2013

Telethon, scoperto un meccanismo responsabile dell’ipertensione dalla ricerca su una rara malattia renale




Al San Raffaele di Milano uno studio internazionale mette in luce un sistema da sfruttare farmacologicamente per abbassare la pressione arteriosa

Lo studio, finanziato da Telethon e pubblicato su Nature Medicine* dal team di Luca Rampoldi dell’Istituto Telethon Dulbecco presso l’Istituto San Raffaele di Milano ha messo in luce un meccanismo che collega l’uromodulina, proteina presente nelle urine, a un rischio maggiore di sviluppare l’ipertensione arteriosa e il danno renale.

Il dottor Rampoldi, responsabile dell’Unità di Genetica molecolare delle malattie renali dell’Istituto San Raffaele, spiega: «Analizzando decine di biopsie renali e centinaia di campioni di urine di persone con pressione arteriosa e funzionalità renale normali, abbiamo osservato che i livelli di uromodulina variavano in base a precise sequenze nel DNA. In particolare, le persone che avevano delle varianti in grado di metterle “a rischio” di pressione alta o danno renale producevano molta uromodulina, viceversa i portatori delle varianti protettive. Ci siamo quindi chiesti in che modo un alto livello di espressione del gene dell’uromodulina potesse portare a un aumento del rischio di sviluppare ipertensione o danno renale nel corso della vita».

«La nostra ipotesi – continua il ricercatore – è che questa proteina favorisca il riassorbimento di sale e acqua a livello renale, con un meccanismo che abbiamo parzialmente identificato. Alti livelli di espressione provocano un maggiore riassorbimento di sodio, potenziando l’azione di una specifica proteina di trasporto localizzata nel rene: questo si traduce in un aumento della pressione sanguigna. La prova del nove? Somministrando un potente diuretico che ha come bersaglio proprio questo sistema di riassorbimento, abbiamo riscontrato un maggiore effetto del farmaco sulla pressione negli animali “superproduttori” di uromodulina».

 Aggiunge il professor Paolo Manunta, nefrologo e direttore della Scuola di specializzazione in Nefrologia dell’Università Vita-Salute San Raffaele «Lo stesso meccanismo sembra essere conservato anche nell’uomo: pazienti ipertesi trattati con lo stesso diuretico hanno infatti mostrato una riduzione significativa della pressione solo se portatori delle varianti genetiche associate a maggiore espressione di uromodulina». Altro aspetto importante emerso da questo studio è che alti livelli di espressione di uromodulina causano la comparsa di lesioni renali in età avanzata.


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