martedì 26 novembre 2013

Riduzione del rischio di infarto negli anziani trattati con le statine



Novità sul fronte della ricerca per la prevenzione dell’infarto negli anziani. È quanto emerge dallo studio realizzato presso l’Azienda Ospedaliera Universitaria Federico II di Napoli, pubblicato sulla prestigiosa rivista internazionale, Journal of American College of Cardiology. 

I risultati ottenuti dallo studio coordinato da Pasquale Perrone Filardi, afferente al DAI di Cardiologia, Cardiochirurgia ed Emergenze Cardiovascolari dell’Azienda Ospedaliera Universitaria Federico II, dimostrano che se si riduce il colesterolo cattivo (LDL), ovvero quello che ostruisce le arterie, nelle persone con più di 65 anni, che non hanno mai avuto malattie cardiova-scolari e sono portatori di almeno un altro fattore di rischio (ipertensione, ipercolesterolemia, diabete, fumo), vi è una riduzione del 39% degli infarti cardiaci e del 24% circa di ictus cerebrale.

“Il gruppo di ricerca ha dimostrato che è possibile ridurre drasticamente il rischio di subire un infarto o un ictus, prevenendo i rischi della disabilità e della non autosufficienza croniche legate alle conseguenze dei danni che l’infarto cardiaco e l’ictus procurano al cuore ed al cervello. Non si sono, inoltre, registrati effetti collaterali significativi in relazione al trattamento con le statine”, sottolinea il professore Perrone Filardi. 

Molteplici le implicazioni per la comunità scientifica e per i soggetti anziani a rischio. Sulla scorta di questi dati le future Linee Guida internazionali raccomanderanno il trattamento del colesterolo cattivo con le statine negli anziani in prevenzione primaria e con fattori di rischio cardiovascolari con l’obiettivo di ridurre il rischio di infarto e ictus.

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