mercoledì 17 luglio 2013

Studio Italia-Usa: verso una ‘cura’ dell’Aids

Una cura per l’Aids in grado di indurre una remissione della malattia sembra essere più vicina. Senza dover costringere i pazienti - 33 milioni in tutto il mondo - ad assumere a vita, come avviene ora, quel cocktail di farmaci che costituisce la terapia antiretrovirale. E’ questo il sogno di molti, che però adesso, grazie ad una ricerca pubblicata su Retrovirology, sembra aver compiuto un importante passo avanti nella direzione giusta.

Un team italo-americano di ricercatori, coordinati da Andrea Savarino dell’Iss, ha aggiunto alla terapia antiretrovirale due farmaci, l’auranofin, un composto a base di sali di oro già conosciuto, e, per la prima volta, la butionina sulfossimina, un agente chemiosensibilizzante (Bso), ottenendo così, nei macachi usati come modello (il più vicino all’Aids umano), dopo un periodo di sospensione della terapia, una remissione della patologia. La combinazione di farmaci ha, in pratica, rimpiazzato gradualmente e senza provocare effetti collaterali i linfociti "malati" con cellule nuove e perfettamente funzionanti, anche se, in un primo momento, non è riuscita a prevenire un’iniziale ricarica del virus.

"Risulta evidente - osserva Iart Luca Shytaj, collaboratore del dr. Savarino e primo autore dell’articolo pubblicato su Retrovirology - come una branca specifica del sistema immunitario venga stimolata dall’aggiunta di BSO al cocktail di farmaci e possa eventualmente mimare un’autovaccinazione contro il virus".

"Monitorando i macachi - afferma Savarino - ben presto abbiamo potuto constatare che le nuove cellule immuni respingevano con forza il virus, riportando così le scimmie in perfetta salute". 
I ricercatori stanno ora programmando l’inizio di un trial clinico nei primi mesi del 2014. L’annuncio verrà dato nel corso della conferenza su "Hiv persistence during therapy" che si terrà a Miami il prossimo dicembre alla presenza dei maggiori esperti nel campo, provenienti da tutto il mondo.
Fonte: www.iss.it


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