martedì 29 settembre 2015

COLON IRRITABILE: IL GLUTINE COLPEVOLE DI UN CASO SU QUATTRO


Se interrompe l’assunzione di cibi con glutine un paziente su quattro non soffre più dei sintomi e dei disturbi sinora attribuiti alla sindrome del colon irritabile o ad altre alterazioni del funzionamento dell’apparato digerente.
 Lo mostra lo studio “Glutox” dell’Associazione
Italiana Gastroenterologi ed endoscopisti Ospedalieri (AIGO) che ha come obiettivo verificare la reale diffusione della sensibilità al glutine, patologia diversa dalla celiachia e caratterizzata dagli stessi sintomi. 

Per comprendere quale fosse la reale causa dei disturbi lamentati dai pazienti i ricercatori li hanno privati di alimenti con glutine per tre settimane. Dopo questo periodo, l’alimento è stato reintrodotto ed è emerso che il 25% di loro manifestava di nuovo gravi sintomi. Pertanto è possibile ipotizzare che questi pazienti potrebbero essere sottoposti a una terapia esclusivamente basata sulla dieta, simile a quella per la malattia celiaca. 

Sottolinea Luca Elli, coordinatore dello studio “Glutox” promosso dall’Associazione Italiana Gastroenterologi ed endoscopisti Ospedalieri (AIGO) in generale per la qualità di vita dei pazienti si tratta di una notizia positiva: rispetto alla celiachia, patologia che impone una dieta stretta totalmente priva di glutine, chi soffre di sensibilità a questa sostanza può, a seguito dell’indicazione del suo medico, alternare periodi di astinenza a fasi in cui può assumere glutine.

Oggi la diagnosi della sensibilità al glutine avviene per esclusione: i pazienti che, pur presentando sintomi simili a quelli della celiachia e indotti dal glutine, non risultino, dopo esami ematici e biopsie endoscopiche, né celiaci né allergici al grano sono classificati come affetti da “sensibilità al glutine”.

La “sensibilità al glutine” 
Oltre alla ormai conosciuta celiachia si sta delineando oggi un nuovo disordine, la “sensibilità al glutine”, sempre causato dall’ingestione di questo alimento, ma che colpisce pazienti né celiaci né allergici al grano. 
Si stima che potrebbe interessare tra il 5 e il 10% della popolazione italiana. Questo disturbo provoca sintomi clinici simili a quelli della sindrome dell’intestino irritabile (dolore addominale, gonfiore etc) e manifestazioni extraintestinali aspecifiche (eczemi, prurito, cefalea etc), che solitamente insorgono a breve distanza dall’assunzione di glutine ed altrettanto rapidamente regrediscono in seguito a una dieta ad esclusione. Nonostante si tratti di una condizione verosimilmente comune nella popolazione, i suoi meccanismi risultano ad oggi solo parzialmente chiariti e da ciò deriva una gestione non soddisfacente dei pazienti.

Fonte: www.webaigo.it/

1 commento:

  1. Sarebbe interessante conoscere qual è un test clinico attendibili per verificare l'intolleranza al glutine. Io non l'ho mica capito se ne esiste uno affidabile e universalmente riconosciuto.

    http://informaweblog.com

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