domenica 20 luglio 2014

TUMORI DEL SANGUE: MIGLIORA LA SOPRAVVIVENZA IN EUROPA



 Sono stati pubblicati sulla rivista scientificaThe Lancet Oncology gli ultimi risultati dello studio europeo EUROCARE-5. Il lavoro condotto dai ricercatori dell’Istituto Nazionale dei Tumori di Milano e dell’Istituto Superiore di Sanità di Roma ha dimostrato che in Europa la sopravvivenza per i principali tumori ematologici è aumentata nel corso degli ultimi 11 anni dal 10 al 20%, a seconda del tipo di neoplasia. 

Lo studio EUROCARE-5 ha analizzato i dati di 30 registri di tumori in 20 paesi europei, confrontando la sopravvivenza dopo 5 anni dalla diagnosi di 560.400 pazienti di età superiore ai 15 anni con tumore del sangue diagnosticato tra il 1997 e il 2008, seguiti fino alla fine del 2008.

“Nel nostro Paese – spiega Milena Sant, Direttore di Struttura Complessa Epidemiologia Analitica e Impatto Sanitario dell’Istituto Nazionale dei Tumori di Milano - la sopravvivenza dei pazienti affetti da tumore ematologico diagnosticato nel periodo di studio è soddisfacente rispetto agli altri paesi. 

Ad esempio, la sopravvivenza a 5 anni per linfoma di tipo diffuso, la forma più frequente di linfoma non-Hodgkin, aumenta dal 42% al 55%, in media con l’Europa, mentre per la leucemia mieloide cronica la sopravvivenza in Italia è superiore alla media europea passando dal 39% registrato nel 1997 al 59% nel 2008. Lo stesso avviene per il mieloma multiplo: la sopravvivenza è costantemente superiore alla media europea e aumenta dal 45% al 50%”. 

Nel resto d’Europa Paesi quali Islanda e Norvegia hanno la sopravvivenza più alta della media, nel Regno Unito la sopravvivenza per leucemia è in media mentre quella per linfoma e 
mieloma multiplo è bassa. In tutti paesi dell’Est (Bulgaria, Estonia,Lituania, Polonia, Slovacchia) la sopravvivenza è significativamente inferiore alle medie europee e della maggior parte dei Paesi, nonostante in questi paesi vi sia stato comunque un forte incremento rispetto al passato. 

In generale i miglioramenti più marcati si sono avuti nei paesi dell’Europa del Nord e centrale. 

Dati i livelli già buoni in passato l’aumento della sopravvivenza è stato meno evidente nel Sud Europa; mentre nel Regno Unito, nonostante gli incrementi per la maggior parte delle neoplasie esaminate, la sopravvivenza è inferiore a quella rilevata in altri Paesi. 

In tutta Europa il tasso di sopravvivenza diminuisce con l’avanzare dell’età, ma anche per i pazienti di oltre 75 anni, c’è un aumento di circa il 10% soprattutto per alcune patologie quali i linfomi non – Hodgkin e la leucemia mieloide cronica. 

“Il miglioramento della sopravvivenza dei pazienti con neoplasie ematologiche – spiega Milena Sant - coincide con l’approvazione dei nuovi farmaci a bersaglio molecolare, in particolare rituximab e imatinib, impiegati a partire dal 2000 in Europa e negli USA. Le differenze fra aree geografiche – conclude la ricercatrice - sono in larga parte ascrivibili a disuguaglianze nella disponibilità di cure appropriate e nell’ utilizzo di nuovi trattamenti. Altri fattori potrebbero però contribuire a spiegarle: diagnosi tardiva, sottostima dei sintomi soprattutto nei pazienti anziani o presenza di altre patologie concomitanti alla neoplasia”. 
Fonte://www.istitutotumori.mi.it/ 

Nessun commento:

Posta un commento