giovedì 12 dicembre 2013

Bambino Gesù: nuova tecnica per i trapianti di midollo



Bambino Gesù: nuova tecnica per i trapianti di midollo da genitori in assenza di donatore idoneo 

Sperimentata con successo già su 50 pazienti affetti da leucemia acuta. Selezionata dall’American Society of Hematology e presentata per la prima volta a New Orleans.

Leucemie acute e tumori del sangue: una risposta importante per tutti i pazienti pediatrici che hanno bisogno di un trapianto di midollo arriva dal Bambino Gesù.Un’innovativa procedura di trattamento cellulare, sperimentata con successo già su 50 pazienti, rende sicuro - in mancanza di un donatore completamente compatibile – il trapianto di cellule staminali da uno dei due genitori. Lo studio dell’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù – messo a punto dall’equipe del prof. Franco Locatelli, responsabile di Onco-ematologia pediatrica e Medicina Trasfusionale – è stato selezionato dalla Società Americana di Ematologia (American Society of Hematology, ASH) tra oltre 2000 contributi ricevuti da tutto il mondo e presentato per la prima volta al Congresso di New Orleans.

Il trapianto di cellule staminali del sangue è una terapia di comprovata efficacia e, addirittura, salvavita per un elevato numero di pazienti pediatrici affetti da leucemia o da altri tumori del sangue, così come per bambini che nascono senza adeguate difese del sistema immunitario o con un’incapacità a formare adeguatamente i globuli rossi (malattia talassemica).

Una nuova metodica messa a punto all’Ospedale Bambino Gesù consente oggi di ottenere risultati di grande efficacia anche nel trapianto da uno dei due genitori. 
Infatti, i ricercatori dell’Ospedale Bambino Gesù hanno sviluppato un approccio che permette di eliminare selettivamente le cellule del donatore che aggrediscono i tessuti del ricevente (linfociti T che portano sulla loro superficie le catene alfa e beta del recettore antigenico), lasciando, tuttavia, in ciò che si andrà a iniettare nel paziente, oltre alle cellule staminali, anche altri elementi come le cellule natural killer e i T linfociti che portano sulla loro superficie le catene gamma e delta del recettore antigenico, in grado di proteggere adeguatamente i bambini trapiantati dal rischio di infezioni e dal rischio di ricrescita delle cellule tumorali. 

I risultati relativi ai primi 50 pazienti pediatrici con una leucemia acuta sottoposti a questo tipo innovativo di trapianto sono particolarmente buoni, con una probabilità di cura che sfiora l’80%.





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