Arriva dagli USA il Medico-Robot
Simona Tenentini
È stato messo a punto negli Stati Uniti e permetterà di poter effettuare visite a distanza anche nei territori più sperduti.
Si tratta del medico-robot, strutturato in maniera tale da poter sostituire, in tutto e per tutto, un dottore in carne ed ossa.
Si chiama RP-VITA, acronimo di Remote Presence Virtual + Independent Telemedicine Assistant, ed è stato presentato, proprio in questi giorni, al Ces 2013 di Las Vegas.
L'apparecchio, che ha il preciso intento di usare la robotica per favorire un canale di comunicazione efficace con i pazienti, permette di stabilire un collegamento diretto tra malato e specialista, il quale ha la possibilità di rilevare dati e monitorare lo stato di salute senza dover essere necessariamente presente sul posto.
Infatti, grazie ad una serie di sofisticate strumentazioni, il robot è in grado di valutare, in maniera costante, le condizioni di salute di chi è presente all’interno dell’abitazione, inviando poi in remoto i dati raccolti.
Il medico, tramite una specifica applicazione per iPad, può visualizzarli e valutare, di volta in volta, le terapie specifiche per ogni singolo caso preso in esame.
Per comprendere appieno lo innovative potenzialità dell'apparecchio, occorre tener presente che, grazie a sofisticati sistemi di visione e alla possibilità di impartire mirate istruzioni circa le dimensioni e gli spazi della casa, è in grado di evitare ostacoli e rilevare oggetti, calcolando, inoltre, la traiettoria più breve per raggiungere un punto prestabilito.
Infine, da sottolineare, l'innovativo software installato su RP-VITA in virtù del quale si può realizzare la comunicazione tra medico e paziente utilizzando perfino sessioni di videochat, proprio come se il sanitario fosse presente nell’abitazione del malato.
La messa a punto di un simile rivoluzionario apparecchio è un segno tangibile del cambiamento epocale che si sta sviluppando, anche se lentamente per via degli alti costi, a livello della robotica in ambito sanitario.
Sono infatti ancora pochi i centri in tutto il mondo, che utilizzano simili tecniche avanzate, soprattutto in ambito chirurgico.
A tal proposito, l'Associazione Internazionale di Clinica Chirurgia Robotica (CRSA) ha realizzato un ambizioso progetto denominato "Università Clinica Virtuale".
Al centro del sistema, quattro centri di elevato standard designati a diffondere la formazione in materia utilizzando corsi didattici on-line di chirurgia in diretta: l'IEO, istituto europeo di oncologia di Milano, la scuola italiana robotica di Grosseto, l'University of Illinois (Chicago) e l'University of Texas (Houston).
Per tornare in ambito italiano, occorre necessariamente segnalare il recente utilizzo della robotica nella chirurgia protesica d'anca nella Casa di cura San Francesco di Verona, dove sono stati eseguiti i primi due interventi del genere in Europa, grazie all'ausilio del sistema robotizzato RIO della Mako Surgical.
È la prima volta che simili operazioni varcano i confini degli Stati Uniti d'America dove, nel 2012, è stato messo a punto il software in grado di guidare un braccio robotico ad alta precisione, manovrato direttamente dal chirurgo. Si tratta di uno strumento che riesce a ridurre al minimo la percentuale di errore nel posizionamento della protesi, causa principale di instabilità e lussazioni.
È stato il professor Piergiuseppe Perazzini, responsabile dell'Unità Funzionale di Ortopedia e Traumatologia della Casa di cura San Francesco, ad eseguire l’intervento di posizionamento di due artroprotesi d'anca.
Alquanto esaustivo il suo commento: "Con il robot si raggiunge un'alta precisione chirurgica ed un corretto funzionamento biomeccanico dell'impianto. Rispetto alla chirurgia tradizionale si elimina la sintomatologia dolorosa legata alla mobilizzazione dell'impianto e la precisione della tecnica minimizza anche il rischio di dismetrie degli arti inferiori".
Infine: "La possibilità di intervenire in modo più mirato – conclude Perazzini - fa registrare percentuali di guarigione migliori e un ridimensionamento della spesa economica e sociale per la gestione delle complicanze".
Fonte: telemeditalia.
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